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Tesi preconcette, statistiche ad hoc
Di Faust (del 16/03/2014 @ 12:24:56, in Parliamo di...)

Senza disturbare Trilussa si sa che la statistica è un arnese da maneggiare con cura e prudenza.

Purtroppo l’analista “preconcettuale” Ollin Rehn, commissario UE, sceglie “ad libitum” i parametri più idonei a bastonare l’Italia, ma i dati presi con onestà intellettuale dicono altro.

Il nostro Paese ha basso reddito privato e posizione finanziaria netta sull’estero relativamente equilibrata; si oppone alla critica sulla bassa competitività la bilancia commerciale in equilibrio (import-export). Inoltre la scelta di un periodo di calcolo né lungo né breve, falsa la realtà.

Tra il 1999 (inizio fase euro) ed il 2012, se questo fosse il periodo scelto, l’Italia risulterebbe, per quote export di mercato, con un trend migliore di Gran Bretagna e Francia ed anche della Finlandia, patria di Ollin Rehn.

La controprova è che, con intervallo più breve, 2009 – 2012 l’Italia  risulterebbe di aver perso meno quote export di : Belgio, Lussemburgo, Ungheria, Slovenia Austria, Danimarca, Francia, Finlandia, Irlanda, Grecia, Croazia e Cipro.

Quanto al secondo addebito – l’alto debito pubblico- il problema è noto (ma ampiamente compensato dalla ricchezza finanziaria delle famiglie) – pertanto andrebbe valutato nella sua dinamica storica. – Infatti negli ultimi 21 anni su 22 l’Italia è sempre stata in avanzo statale primario (esclusi gli interessi sul debito) un vero record mondiale, non solo nell’area euro; un caso unico di credibilità ed onorabilità del debito.

Gli artifici statistici di comodo sono nocivi ed ingiusti, condizionano le agenzie di “rating”, e andrebbero evidenziati e rintuzzati da Renzi e Padoan.

Da ultimo osserviamo che non è corretto definire l’Italia poco competitiva, un Paese con un attivo commerciale nel manifatturiero di 98 mld di euro, seconda solo alla Germania, quano a competitività e con ottimi piazzamenti nelle classifiche settoriali, n ben 14 comparti merceologici.

Paragonarci a Spagna e Grecia, che hanno elemosinato aiuti, responsabili di bilanci fatti con il gioco delle tre carte, è quantomeno ingeneroso: noi siamo i principali contributori nell’UE, quanto ad aiuto ai paesi in difficoltà. 

        

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