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L'intervallo è finito!
Di BlackCat (del 18/05/2012 @ 12:00:10, in Parliamo di...)
Tra un po’ ci sarà la tornata del secondo turno delle elezioni amministrative. Acquisiti i risultati con vincitori e vinti dovrebbero finire le diatribe e la politica dovrebbe(?) tornare in campo.
Finito dunque l’intervallo è il momento che inizi il secondo tempo: la RIPRESA!
Essa consiste in tutte quelle misure di cui si parla da tempo e delle quali ancora non si avverte l’odore.
I tempi sono giusti, grazie anche alle nuove sensibilità espresse dalla Francia sul Fiscal Compact, per introdurre le novità, in tema di sviluppo, che tutti aspettano.
Vere misure strutturali, in linea con la riforma delle pensioni. La madre di queste riforme, affinché le stesse abbiano una vera incidenza nell’economia del Paese,  è l’aggressione del debito pubblico per il quale non basta più il solo blocco dei costi della politica.
Pagare meno interessi sul debito significa dare prospettiva economica ad un Paese in un quadro di sempre maggiore competizione mondiale. Ma vi sono altri due buoni motivi per accelerare su questo punto. Il primo, ne accennavamo prima, è il Fiscal Compact che, già recepito anche da noi, oltre a prevedere il pareggio di bilancio interviene anche sulla massa del debito pubblico. Non rispettarne i parametri previsti ci porta verso sanzioni molto onerose con ripercussioni sul debito pubblico i cui riflessi si avvertirebbero sullo spread  che a sua volta incide sul debito anche se al governo abbiamo illustri  professori.
Il secondo motivo ancora più importante e sul quale non possiamo incidere, sono i derivati.
Titoli spazzatura senza regole e controlli che, ben conosciamo per i danni creati, e nonostante ciò oggi, si calcola, abbiano raggiunto la cifra astronomica di 700 trilioni pari a 7 volte il PIL mondiale. 
Una nuova eventuale crisi in questo settore coinvolgerebbe tutti i Paesi in particolare quelli con un rilevante debito pubblico che potrebbero arrivare al default.
Ragionare quindi sui nostri punti di forza da cui ripartire è la cosa più sensata per evitare disavventure che dissanguerebbero ulteriormente le già provate casse statali.
Oltre il patrimonio artistico, culturale, turistico ed enogastronomico ai quali dedicheremo un apposito articolo, possediamo anche quello immobiliare.
Non intendiamo le case dei cittadini che, insieme al posto fisso hanno costituito per molto tempo i “valori” delle famiglie italiane e a cui si è attinto a piene mani in questo periodo, bensì a quello dello Stato.
L’idea non è nuova, certamente più che condivisibile anche perché, qualcosa di simile, è già praticata in Germania dalla KFW ( la nostra Cassa Depositi e Prestiti).
La costituzione di una società a cui far affluire tutto il patrimonio immobiliare oltre le quote di Eni, Poste, Rai, Finmeccanica e via discorrendo. La società così capitalizzata emetterebbe delle obbligazioni, il cui ricavato servirebbe ad acquistare titoli di stato riducendo di fatto il debito pubblico. L’operazione è più che legittima, non costituirebbe nuovo debito pubblico oltre ad essere contemplata dal trattato di Maastricht.
La costituenda società, infine, venderà al meglio gli immobili e rimborserà i sottoscrittori delle obbligazioni, quando il valore degli immobili tornerà a salire.
La minore necessita di sottoscrizione di debito pubblico vuol dire meno interessi da pagare liberando risorse che consentirebbero, nel contempo,  di liquidare quel debito che lo Stato (ma non ascrivibile in quanto tale) ha con i fornitori, i quali ormai lamentano ritardi di oltre due anni prima di incassare le fatture.
Intanto per far cassa prima che il tutto diventi operativo , anziché pensare a nuove tasse, si potrebbe avviare con la Svizzera quella convezione che porti a  tassare i capitali, sotto forma di ritenuta alla fonte, dei non residenti di origine italiana come già fanno per Austria, Germania e Gran Bretagna.
        

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# 1
Benissimo, è una strada obbligata, ma solo se i ricavi non vengono dilapidati da gente ladra o incompetente ma vengono utilizzati bene, perchè dopo non avremo più nulla da vendere
Di  Anonimo  (inviato il 18/05/2012 @ 13:52:28)

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