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La rivolta di Roma
Di Maradona (del 18/10/2013 @ 17:09:27, in Parliamo di...)
I dipendenti pubblici protestano perché, in generale, si sentono sottopagati e male utilizzati, dicono loro.
Domanda: ma perché sono entrati nel pubblico impiego e quasi mai nessuno se ne è andato in cerca di lidi migliori nel settore privato? A questa semplice domanda nessuno risponde. Per rimanere nel Lazio basterebbe vedere, fatte le dovute eccezioni ovviamente, i corridoi ed i bar delle tante amministrazioni pubbliche durante l’orario di lavoro oppure le zone limitrofe ad esse, dove un numero consistente di soggetti si aggira per la spesa, il caffè e tant’altro. Luoghi comuni qualcuno dirà! Può essere, ma fatto sta che non si sa bene cosa e quanto producano in tutti i settori pubblici.
Giovedì 4 ottobre l’edizione romana del Corriere titolava: Vigili in rivolta, traffico impazzito! Cosa era successo? Il sindaco di Roma aveva osato nominare un ufficiale dei carabinieri a comandante del corpo senza sceglierne uno dall’interno! Mentre l’altro punto all’ordine del giorno della contestazione era la mancanza di risorse in bilancio per il pagamento degli straordinari. La rapida convocazione di due assemblee sindacali aveva raggiunto lo scopo di togliere i vigili dalle strade e causare una paralisi del traffico.
O Dio, è vero che è difficile distinguere a Roma fra gli ingorghi quotidiani abituali dagli ingorghi straordinari come questo e, pur tuttavia, basterebbe ricordare agli agenti di polizia che è legittimo ed opportuno che ci sia un comandante esterno è, inoltre, nelle facoltà del sindaco di optare per un esterno perché, molto probabilmente, si sarà accorto che qualcosa non funziona nel corpo. In ultimo, ma non per importanza, bisognerebbe notare che alle casse disastrate di Roma mancano la bellezza di 867 milioni di euro per poter pareggiare il bilancio del 2013. A fronte di questa montagna di soldi da recuperare per evitare il fallimento ci sarà pure qualcuno più calmo che si renderà conto del fatto che, forse, non essendoci soldi in cassa è già tanto che riescano a pagare l’ordinario. Basterebbe, secondo altri, far fallire una volta tanto una pubblica amministrazione per far capire veramente cosa significhi e non di sperare sempre nell’aiuto esterno dallo Stato centrale (cioè noi) per ripianare eccessi di spesa pubblica. E’ una tradizione solo italica che prima o poi dovrà cessare! Per tornare alla polizia municipale basterebbe guardare le lettere al direttore scritte al Corriere di Roma da parte di tantissimi cittadini verso i comportamenti dei vigili urbani nello svolgimento delle loro mansioni. Fra i tanti spiacevoli punti critici segnalati se ne evidenziano due, in particolare. Il primo riguarda la loro sostanziale assenza dalle strade ed a questo dovrà provvedere il nuovo comandante esterno, mentre il secondo riguarda una scarsa propensione alla gentilezza ed a questa vorremmo sopperire modestamente noi ricordando che il comma 3 dell’articolo 24 del regolamento del corpo di polizia municipale, approvato con delibera n. 249 del 7 maggio 2002, recita: “Gli appartenenti al Corpo improntano il proprio comportamento al senso di lealtà e di correttezza verso i propri superiori, i colleghi ed i subordinati, nonché al rispetto ed alla cortesia verso il pubblico, in modo da riscuotere la stima, la fiducia ed il rispetto della collettività”.
Il nostro desiderio e la nostra speranza è che anche le altre otto polizie italiane si adeguino a queste note di comportamento.
 
 
 
 
 
 
 
        

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