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Democrazia Energetica
Di Admin (del 04/04/2011 @ 11:06:19, in Parliamo di...)
Di Alfio Pulvirenti
La rivolta che attualmente sta interessando il Nord Africa potrebbe presto interessare l’intero continente africano. La domanda di libertà e di benessere si sta diffondendo velocemente in tutto il mondo grazie ai mezzi di informazione, primo tra tutti Internet.
E’ dunque naturale che sempre più persone vogliano vivere in Paesi liberi ed esercitare i propri diritti di uomini nati liberi, anche quando le loro condizioni di vita li rendono sottomessi. Prima condizione per essere liberi è l’autosostentamento, perché la democrazia impone dei costi agli individui. Se tutto ciò non è assicurato nel Paese di origine, ondate di migranti sempre più numerose andranno in giro per il mondo alla ricerca di libertà e benessere. E’ la democrazia, bellezza!!
Certo un esodo biblico, in poco tempo, non può essere assorbito e sopportato dai Paesi occidentali… Non è egoismo, ma semplice buon senso pratico: si creerebbe una bomba sociale i cui effetti sarebbero distruttivi per tutti. Pensate a cosa avviene già adesso nella scuola primaria, a quanti bambini figli di operai ed impiegati Italiani restano esclusi dalle graduatorie degli asili o a quante famiglie italiane non fruiscono dell’edilizia popolare per dare la precedenza agli extracomunitari; si potrebbe dire “costruiamo più asili e più case” ma c’è un piccolo problema: la ricchezza prima di distribuirla bisogna crearla.
L’idea di creare condizioni economiche e sociali in questi Paesi tali da bloccare la voglia di emigrare potrebbe essere una valida soluzione, ma ciò comporterebbe la loro inevitabile industrializzazione e quindi la conseguente loro domanda di materiale energetico disponibile in loco.
Per troppo tempo noi occidentali siamo stati gli unici consumatori delle fonti energetiche: oggi dobbiamo già condividerle con Cina, India, Brasile e da domani si aggiungeranno tutti quei Paesi che, raggiunta la democrazia, consentiranno la libera impresa e dunque la produzione di beni che per essere realizzati necessitano di energia.
Come sappiamo però le fonti energetiche sono quelle e solo quelle (ci si riferisce a petrolio e carbone) e non sono in crescita, anzi in diminuzione. La torta resta la stessa, ma se aumentano i commensali le fette sono più piccole e costano di più.
La nostra democrazia dunque passa attraverso la possibilità di disporre di fonti energetiche che consentano la produzione; senza queste e non potendo autosostenerci energeticamente dipenderemmo da altri, e ciò sarebbe la fine della libertà e della democrazia stesse.
Cosa succederebbe se per una crisi o per un qualunque altro motivo da domani non potessimo disporre di energia sufficiente e a prezzi accettabili? Come cambierebbe la qualità della vita quotidiana se ci trovassimo privi all’improvviso (oppure costretti a fruirne con pesanti limitazioni) di illuminazione elettrica, elettrodomestici, riscaldamento, carburante per le auto e gli altri mezzi di trasporto?
Le fonti energetiche alternative, ad oggi, non consentono una produzione continua e sono dipendenti dalle condizioni atmosferiche. Il nucleare non lo vogliamo… ed allora che facciamo?
Siamo alle solite, vorremmo, secondo il detto popolare,  la botte piena e la moglie ubriaca; senza neppure darci la briga (sacrosanto dovere prima di formulare giudizi categorici o vincolanti) di riconoscere la nostra ignoranza e di informarci almeno un po’ su costi, aspetti, caratteristiche e conseguenze di ciò che ci sentiamo così pronti ad accettare o a respingere.
Dobbiamo cominciare a convincerci che è ormai necessario ed inderogabile intervenire su due fronti: da un lato bisogna ridurre i consumi eliminando gli sprechi, dall’altro ammettere anche qualche rischio in cambio dell’autosufficienza energetica. L’alternativa non esiste, se vogliamo evitare la paralisi che farebbe scendere anche da noi la gente in piazza.
Assicurare la democrazia anche domani passa attraverso l’autosostentamento energetico, e significa non dover dipendere in toto da altri.   
        

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# 1
questo e' il classico gatto che si morde la coda, dobbiamo produrre per creare lavoro piu'si produce piu' bisogna consumare, piu' si consuma piu' si usano energie e cosi' via . Dobbiamo tornare all'orticello o dobbiamo usare il computer piu' innovativo? Quale e' il vero equilibrio? la gente scappa dai paesi dove non c'e' democrazia , non c'e' lavoro i bambini muoiono di fame, certo non dobbiamo impedir loro di sperare. Chi e' piu' ricco dovrebbe forse
investire la nei loro paesi, ma non per sfruttare il lavoro a basso prezzo ma per far si che crescano e non abbiamo bisogno di venire da noi a fare una guerra tra poveri , forse degli incentivi per i giovani italiani che vogliono aprire delle piccole aziende in quei paesi non sarebbe una brutta idea : per la costruzione di scuole di asili di ospedali etc potremmmo insegnare loro a lavorare , noi potremmo guadagnare visto che da noi non c'e ' piu' lavoro e via cosi' chissa' forse sarebbe un'idea
Di  pb  (inviato il 07/04/2011 @ 17:36:41)
# 2
Benissimo, sacrosanta verità. Da parte mia mi sono informato sulle energie rinnovabili solari e sugli sviluppi della ricerca, che si fà all'estero e non in Italia. Informatevi anche voi e confrontatela con i rischi del nucleare, i cui effetti sul giappone si vedranno tra poco tempo. A breve non se ne esce e prima ne saremo consapevoli meglio sarà, potremo affrontare il futuro non roseo che ci aspetta nel migliore dei modi.
Di  Anonimo  (inviato il 07/04/2011 @ 23:35:35)
# 3
Condivido le analisi fatte, anche nei commenti all'articolo, ed esprimo il mio timore per un eventuale capovolgimento economico e sociale tra noi ed i Paesi che si stanno avvicinando alla Democrazia, che permetterà loro un'evoluzione positiva sia sociale che economica. Se non adotteremo una equilibrata e lungimirante politica estera e dell'accoglienza sul nostro territorio, il nostro futuro, purtroppo molto prossimo, vedrà uno scambio di ruoli per i nostri figli. Paesi come l'Africa, ricchi di popolazione desiderosa di costruirsi un futuro migliore e, non ultimo, di materie prime, sfrutterà certamente ogni possibilità, sottomettendo probabilmente non solo l'Italia, ma anche l'Europa. Accogliamo quindi, ma gestiamo con lungimiranza le varie problematiche internazionali, non dimenticando mai che abbiamo il dovere ed il diritto di difendere e tutelare democraticamente il nostro Paese ed i nostri figli. Buona Pasqua a tutti
Di  Carla  (inviato il 12/04/2011 @ 17:35:21)

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