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CHI TOCCA MUORE
Di BlackCat (del 16/09/2011 @ 17:54:13, in Parliamo di...)
Capita ancora in certe parti dell’Italia, specie in campagna, di trovare attaccata ai tralicci dell'alta tensione una targhetta con sopra riportato un teschio e la scritta: “chi tocca muore”.
Da qualche anno a questa parte sembra che della  stessa targhetta, anche se invisibile, ne siano forniti alcuni partiti politici  e soggetti istituzionali.
Se vengono pubblicate delle intercettazioni riguardanti costoro, immediatamente qualche solerte magistrato si preoccupa di iscrivere nel registro degli indagati l’incauto direttore che ha pubblicato la notizia. Trattamento completamento diverso se le intercettazioni o i fatti, che spesso non hanno rilevanza penale ma solo di costume, riguardano soggetti collocati al di fuori del cerchio magico.
Un esempio è proprio di questi giorni, il Premier viene indagato perché riceve un beneficio dalla pubblicazione di una intercettazione di gossip riguardante un suo avversario politico, sul giornale di proprietà del fratello, Ora c’è da chiedersi chi si dovrebbe indagare se il gossip riguarda il Premier a beneficio dei suoi avversari? Questo tipo di aiutino, dato legalmente da un organo dello Stato, oltre a far male al Paese viene dispensato con i soldi di tutti i cittadini e non di una sola parte politica.
Questo modo di agire, in cui magari si fanno centomila intercettazioni per accertare il reato di prostituzione e poi mancano  toner e carta per le fotocopie in un momento di risorse scarse (per tutti i settori), è una scelta assennata?
Con un costo simile avremmo debellato e ripulito tutte le strade d’Italia dal mercimonio. Per non dire che se le scarse risorse vengono assorbite per dimostrare il punto di vista del singolo magistrato, cosa resta per le indagini che riguardano le organizzazioni malavitose? Infatti da un po’ siamo venuti a conoscenza che a Roma, e prima ancora a Milano, è cresciuta la malavita organizzata e la malversazione politica.
Senza ombra di dubbio i magistrati sono “liberi” di scegliere i reati da perseguire, anche se a nostro avviso dovrebbero avere la priorità quelli che destano allarme sociale come la corruzione politica.
Certo nell’ultimo periodo sono stati assicurati alla giustizia pericolosi ricercati, ma ciò può indurci a far abbassare la guardia? Non è per caso in questo il clima ideale, che la malavita si riorganizza e si espande?
E cosa dire su ciò che la Procura di Monza, anche se i fatti sono ancora da accertare, sta portando alla luce sul giro di tangenti che a Milano e hinterland era in uso? Solo adesso,dopo cinque anni ne veniamo a conoscenza con il rischio che tutto vada in  prescrizione, perché a suo tempo anche se il sindaco Albertini aveva pubblicamente sollevato delle perplessità sull'opacità di alcune operazioni, non si era adeguatamente indagato. O ancora il proscioglimento di 95 imputati per traffico di rifiuti tossici, a Caserta; un'inchiesta iniziata nel 2003 e dopo otto  svanisce in un nulla di fatto, per le mille sciatterie del sistema giudiziario e conseguente prescrizione. 
I giudici naturali dov’erano? Forse impegnati sotto le lenzuola a intercettare il traffico per non dare rilevanza e accertare i fatti.
Dobbiamo quindi dedurre che l’enorme impegno profuso, in alcuni casi,  abbia un valore prevalentemente politico.
Certo ad intercettare, nel privato, vengono fuori confidenzialmente giudizi e proposte che nessuno si sognerebbe di ripetere in pubblico (Wikileaks insegna), se poi si potessero intercettare i telefoni di alcuni "Salomoni" e si scoprisse che con le loro iniziative stanno deliberatamente cercando di condizionare la volontà popolare o regolando conti interni, saremmo in presenza di un reato molto preoccupante per la democrazia e la libertà degli Italiani.
Sappiamo che ciò non è possibile, visto che polizia e carabinieri non possono ascoltare senza l'autorizzazione di un magistrato, quindi il nostro dilemma rimane: chi controlla il controllore?
La cosa non è poco rilevante in una democrazia compiuta  e basata su un sistema che non sia autoreferenziale, diversamente saremmo, a nostra insaputa, passati da un sistema democratico a un sistema oligarchico guidato da una giunta o comitato centrale e allora:
chi "li" tocca muore!
        

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# 1
Sarà pure così ma che democrazia è quella dove si vota un simbolo si elegge uno sconosciuto e non si vuole neanche far sapere a posteriori quello che combina e se lavora per noi o per i suoi tornaconti? Alla fine vale sempre il fatto che se sei a posto non hai nulla da temere, se questi si agitano tanto qualcosa c'è, io preferisco sapere
Di  lupomannaro  (inviato il 19/09/2011 @ 14:02:54)
# 2
se si è onesti bisogna lamentarsi per averne di più di notizie non di meno
Di  Anonimo  (inviato il 19/09/2011 @ 14:27:15)
# 3
CHE FACCE DA CULO
Di  Anonimo  (inviato il 19/09/2011 @ 15:03:30)
# 4
la differenza tra un programma culturale e il Grande Fratello consiste: nel primo caso in una crescita che ti aiuta a valutare consapevolmente, mentre nel secondo caso alla semplice soddisfazione della morbosità repressa.
Di  pocodebono  (inviato il 19/09/2011 @ 15:07:27)
# 5
Pocodebono che esista il grande fratello è indubbio, che la soluzione sia quella di spegnere la tv è invece molto dubbia
Di  Anonimo  (inviato il 22/09/2011 @ 12:27:12)

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