Il prossimo appuntamento istituzionale è l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica. Molti si sono dichiarati a favore di una riconferma dell’attuale, anche se l’interessato ha più volte e in diverse occasioni declinato garbatamente, ma con decisione l’ipotesi. Tutti gli riconoscono quel ruolo di garanzia, equilibrio e capacità di sintesi, doti indispensabili per svolgere al meglio e credibilmente quel compito. Individuare una figura di parte e senza queste caratteristiche, finirebbe per avvelenare la nostra giovane democrazia.
Ora il punto è perché Napolitano, pur essendo invocato da tutti in questo momento particolare per il Paese, dovrebbe accettare la riconferma se i suoi richiami vengono sistematicamente inascoltati anzi disattesi?
Prendiamo ad esempio uno dei suoi ultimi interventi in cui auspicava che un organismo amministrativo, come la Magistratura, non si investisse di mansioni improprie. Come a dire che al controllore, anche se ritiene inadeguato il conduttore, non gli è consentito sostituirlo alla guida. Nessun cittadino sobrio, sarebbe disposto a salire su un tram guidato da un controllore non abilitato a tale compito
Non ci vuole molta immaginazione per capire quali sono gli effetti, quando questo succede. E’ di questi giorni il risultato di alcune iniziative intraprese qualche anno fa da questi signori e di come hanno distorto percorsi e volontà nella vita democratica del Paese.
Nel caso dell’ex governatore Del Turco, tratto in arresto con conseguente caduta della giunta, dopo cinque anni si scopre che le foto prodotte della Procura come prove inconfutabili sono false. Intanto in questi cinque anni Del Turco ha perso tutto. Altro caso con Storace, altra intromissione e stravolgimento della vita democratica: la storia è quella di Laziogate. Il governatore uscente, godeva allora dei pronostici e invece fu battuto, proprio a causa delle accuse che gli furono mosse, da quel Piero Marrazzo in corsa per il centrosinistra. Condannato in primo grado ad un anno e sei mesi, in appello è la stessa Procura a chiedere l’assoluzione di Storace: “perché il fatto non sussiste”.
Nessuno pagherà per questo almeno non quei magistrati che con leggerezza hanno preso provvedimenti contrari alla volontà de cittadini, i quali invece (lo Stato) dovranno pagare gli eventuali danni che Del turco e Storace potrebbero richiedere visto la non responsabilità civile dei giudici.
In tutto ciò stride la latitanza del CSM, come organo di autogoverno si dovrebbe preoccupare di tutelare l’immagine e il lavoro della maggioranza dei magistrati che con dedizione e serietà servono ogni giorno lo Stato e invece vedono vanificata la loro credibilità da pochi tendenziosi che, facendosi scudo, sfilano con la Costituzione in mano a giustificazione di ogni loro iniziativa. Costoro ricordano tanto coloro che Pansa nel suo recente “Poco o niente” chiama “bufalibron”. Un termine dialettale che indica quanti non leggono mai un libro, ma si limitano a farne voltare le pagine soffiandoci sopra. Forse è arrivato il momento di leggerla la Costituzione piuttosto che mostrarla. Ne ricaverebbero utili insegnamenti per i loro compiti e limiti.
Il recente risultato elettorale, bocciando il partito dei magistrati d’assalto, ha chiaramente detto cosa si aspettano i cittadini dai magistrati, sembra però che il PD non abbia capito bene il messaggio o forse è alla ricerca di benevolenza.
L’elezione alla seconda carica della Repubblica, con quello che comporta e consegue, di un ex magistrato appena arrivato in politica, non ci sembra in sintonia. Intendiamoci nulla da dire su sulla persona e i meriti del Dr. Grasso ma ci chiediamo: con l’esigenza che abbiamo di compattare il Paese per un nuova Resistenza e un nuovo Risorgimento non si poteva trovare una figura maggiormente condivisa?