Illusioni smentite
Di BlackCat (del 19/05/2011 @ 17:57:48, in Parliamo di...)
La prima smentita arrivata da questa tornata elettorale amministrativa è la convinzione che in politica sia permessa ogni capriola, considerando gli elettori un patrimonio personale di cui poter disporre.
La seconda smentita tocca all’idea che la discesa in campo del leader sia di per se il toccasana taumaturgico in grado di polarizzare la fiducia dei votanti anche in assenza di una presenza territoriale del partito troppo distante dai cittadini e dalla loro quotidianità.
La terza riguarda l’opportunità di trasformare una consultazione amministrativa, chiamata ad affrontare problematiche locali, in un test politico che valuti l’azione del Governo e del suo leader.
Ciò è tanto più vero se il governo del Paese viene da tre anni di crisi economica, importata, senza risorse finanziarie e naturali, come invece è per la Germania che era messa meglio con le prime ha investito sulle seconde, che gli erano arrivate a seguito dell’unificazione, e beneficia di quel programma di riforme strutturali (Agenda 2010) messe in campo dall’avveduto, e a suo tempo contestato dai suoi,  cancelliere Schroder .
Più utile sarebbe stato, se la campagna elettorale fosse stata organizzata specificatamente e seriamente rivolta al territorio, in particolare sia per le 11 province sia per i 30 comuni capoluogo e almeno per 6 dei 140 comuni con più di 15.000 votanti.  Per loro doveva essere elaborato un programma specifico ma con un tratto unificante di stampo liberale come la liberalizzazione e riorganizzazione dei servizi locali rivolte ai cittadini; affrontare la problematica delle così dette municipalizzate; interventi a favore delle famiglie, che con la crescente domanda di servizi primari, come la casa e la scuola materna da parte degli extracomunitari si trovano praticamente esclusi dalle graduatorie degli aventi diritto e rinunciano a mettere su famiglia.
Per i comuni minori si poteva avanzare la proposta di associarsi tra loro nel fornire i servizi destinati alla collettività con la finalità di realizzare economie di scala e riduzione dei servizi burocratici, senza comprimere i livelli qualitativi e quantitativi, anzi forse aumentandoli.
Una concorde linea di interventi differenziati ma caratterizzanti, a livello nazionale, che affrontando temi concreti di interesse diffuso, andavano incontro al cittadino a cui si chiedeva una delega a rappresentarli nel governo della città.
Lungimiranza politica avrebbe dovuto suggerire di restare nell’alveo delle competenze, lasciando agli altri le “querelles”  sui massimi sistemi e le questioni di principio.
L’insostenibile leggerezza dell’organizzazione partito, le cui avvisaglie si erano manifestate alle regionali del Lazio, si è appalesata in questa tornata elettorale.
Saggio sarebbe stato evitare di buttarla in rissa con “scoop” locali a fare da contraltare a quelli di scala nazionale che non riempiono la pancia e ormai hanno stancato!